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- Pubblicato: 11 Novembre 2020
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Prendi un aeromodellista di altri tempi che non si diverte se il modello da costruire non è complicato.
Prendi un aeromodellista che si innamora subito di un modello.
Prendi un aeromodellista restauratore fantasista.
La storia inizia poco prima della fine dell’altro secolo. Mi riavvicino all’Aeromodellismo definitivamente dopo anni, durante i quali in verità l’ho seguito leggendo riviste italiane e straniere e costruendo miei modelli per diletto.
Conosco Bruno Tascone (vero gentleman) che mi indirizza al GRUAR. Conosco Mario. Abbiamo in comune la vicinanza del campo di volo (Tiberina dietro i magazzini della Standa). Simpatizziamo immediatamente. Fine costruttore di modelli mai al di sotto dei due e passa metri di apertura alare.
Tramite Bruno entro nel giro della SAM e ne sono contagiato dallo spirito a me più consono.
Ne parlo a Mario. E’ la fine del periodo modelloni.
Ma prima ho la opportunità di veder volare un suo bel modello. Bello a vedersi ma dal montaggio per me pazzesco. La precisione di Mario nel costruire è pari alla precisione di ogni sua mossa sul campo di volo. Montaggio. Controllo posizionamenti. Trasmissione comandi. Ricezione comandi. Messa in moto. Riscaldamento motore. Carburazione. Minimo garantito. Eliche scrupolosamente di legno. Mai al massimo dei giri.
Figuriamoci il montaggio ali/montanti/fusoliera di quel modello: il Parasol.
Decollo lungo, lento, sicuro, direi maestoso. Chiude il GRUAR. Passiamo ad ‘Ali sul Tevere’.
Vado in pensione. Mario già ci sta. Incontri infrasettimanali a volontà. Un paradiso.
Mario costruisce old timer in continuazione. Io uso molto i diesel che mi assicurano più tempi motore e quindi più quota. Mario se ne innamora e ne diventa un profondo conoscitore.
Cinque sei anni fa Mario decide di abbandonare Scandriglia. Troppo freddo. Se ne va a Sarzana. Finisce un sogno ma non l’amicizia. L’aiuto a vendere molti old timer. Qualcuno, in buone mani, miete ancora allori.
I modelloni, impossibili da gestire dalle nuove generazioni, me li regala.
Direte ma stai parlando di un amico o del bel modello che il restauratore fantasista ha fatto volare al Pallini?
E’ vero ma era doveroso.
Mi telefona Eros e mi chiede se ho un bel modello per un amico, Nicola. Propongo un biplano mostruoso, il Parasol e un old timer disegnato da Mario. Eros mi viene a trovare con Nicola. Nuova amicizia. Nicola non ha dubbi: il Parasol. Nicola non è uno sprovveduto, intuisce la complessità del montaggio del Parasol, ma no arretra. Deciso. Il ‘Parasol’.
Nicola è professionalmente molto impegnato. Il ‘Parasol’ passa nelle mani di Eros. Difficile dire in che cosa sia consistito il restauro. E’ un lavoro sottile fatto di piccoli particolari che nascono dalla sensibilità e fantasia di chi lo fa. Ed Eros è la persona giusta.
Il restauratore è anche il collaudatore. Qualche brivido al decollo. Poi tutto bene.
Qualche piccolo aggiustamento poi altri voli. Nicola freme ed Eros gli passa la trasmittente. Va sicuro.
Me ne posso andare. Sono contento che dopo tanti anni il ‘Parasol’ abbia risentito l’aria sotto le ali. Quasi un risveglio dopo tanto vegliare in una attesa forse vana. Sono sicuro che quando ci è passato sopra la testa ci abbia guardato riconoscente.
Invio filmini e foto a Mario già al corrente da tempo. E’ contento. Loda Eros, ma non si meraviglia più di tanto. Sa che i suoi modelli sono costruiti come si deve.
Come una volta.
giorgio c.